Tensioni, correnti, campi... e cablaggi.
Breve nota di carattere generale, che spero possa essere utile (gli esperti mi perdonino per la trattazione poco ortodossa).
Per prima cosa, anziché ragionare "in tensione", cercate di ragionare sempre "in corrente".
Questo perché ragionare "in corrente" aiuta a comprendere meglio come funzionano realmente le cose, mentre a ragionare "in tensione" (come purtroppo tendono a fare quasi tutti) si rischia di prendere cantonate clamorose con estrema facilità.
Tenete sempre a mente che qualsiasi circuito elettrico è (deve essere) sempre un circuito chiuso (cioè un loop). Se il circuito è aperto non passa corrente e, se non passa corrente, non succede nulla (e nulla può funzionare).
Anche se spesso si sente parlare solo di tensioni, queste di per sé non contano nulla. Una tensione è solo una differenza di potenziale elettrico, che può produrre una corrente. Ma se non scorre corrente non accade nulla. Quando c'è un qualche effetto, qualcosa che "funziona" ( o che va in fumo... :ssigh ), state pur certi che, piccola o grande, c'è (e deve esserci) sempre un passaggio di corrente.
Pensate all'analogia idraulica: un conduttore (e.g. un filo elettrico) è come un tubo pieno d'acqua, una tensione è come una pompa che spinge l'acqua (per una analogia ancora più accurata in effetti la tensione, cioè la differenza di potenziale elettrico, è perfettamente analoga alla differenza di altezza tra due serbatoi immersi in un campo gravitazionale... ma in questo momento la cosa non ci interessa).
Se il tubo è collegato ai due estremi della pompa, l'acqua circola nel circuito. Se viceversa il circuito è aperto (oppure è tappato in qualche modo) ovviamente l'acqua non può circolare.
Più o meno complesso che sia, qualsiasi cosa ci sia nel mezzo, se in qualche modo il circuito idraulico non finisce per richiudersi sulla pompa (cioè se l'acqua che esce da un lato della pompa non finisce per tornare alla pompa stessa dall'altro lato), l'acqua non può circolare (e quindi la presenza della pompa non ha alcun effetto pratico).
Per tensioni, correnti e circuiti elettrici è la stessa identica cosa.
Perciò, anziché pensare a positivo/negativo, segnale/massa, fase/neutro, ecc, conviene pensare sempre, per qualsiasi collegamento, come ad "andata" e "ritorno" di una (stessa) corrente. Perché di questo in effetti si tratta.
Sempre, in tutti i casi: che si tratti di alimentazione, di segnale, di dati o di qualsiasi altra cosa, se c'è un collegamento elettrico c'è sempre una corrente che scorre attraverso un conduttore e poi torna indietro al punto di partenza attraverso un altro conduttore.
Per motivi che proverò a spiegare di seguito, è importante -anzi, fondamentale- che i conduttori (fili) di "andata" e di "ritorno" di qualsiasi collegamento elettrico che "trasporta" correnti variabili (cioè non perfettamente costanti) viaggino sempre in coppia, preferibilmente avvolti l'uno sull'altro ("twisted pairs") oppure uno dentro l'altro (cavi coassiali).
Da notare che, nella maggior parte dei casi pratici, anche i collegamenti delle alimentazioni "DC" (a tensione costante) trasportano correnti variabili (raramente un circuito assorbe una corrente costante) e vanno pertanto trattate allo stesso modo (al pari dei collegamenti di segnale, perché in effetti tali sono anche loro).
Perché questo? Provo a spiegarlo in modo semplice.
Quando una corrente scorre in un filo, questa genera intorno a sé un "campo di forze" che si spande nello spazio circostante (il campo elettromagnetico). Questo "campo di forze" è in grado di agire su qualsiasi particella elettricamente carica (e/o dotata di campo magnetico) che si trovi al suo interno. Se questa è in qualche modo libera di muoversi (com'è il caso degli "elettroni liberi" di un qualsiasi materiale conduttore), l'azione del campo la metterà in movimento. Ma una carica elettrica in movimento altro non è che una corrente!
In altre parole, in presenza di un (qualsiasi) conduttore, la presenza di un campo elettromagnetico (variabile) produce (tecnicamente si dice "induce") una corrente elettrica nel conduttore stesso (detta per l'appunto corrente indotta).
Tornando all'analogia idraulica, sarebbe come se l'acqua che scorre in un tubo (in qualche modo, pur senza toccarla fisicamente) esercitasse una forza sull'altra acqua (qualsiasi altra acqua) che eventualmente si trovasse nei dintorni, come se cercasse di "trascinarla" con sé.
Ovviamente, nel mondo reale non accade nulla del genere. Ma proviamo ad immaginare un universo ipotetico in cui invece le cose funzionano proprio così. In un tale universo succederebbero delle cose alquanto singolari.
Se io prendessi un tubo pieno d'acqua ("tubo1"), lo chiudessi su se stesso (collegando una estremità all'altra a formare un circuito chiuso) e lo ponessi nelle vicinanze di un altro tubo in cui scorre dell'acqua ("tubo2"), anche l'acqua contenuta all'interno del tubo1 (quello chiuso su sé stesso) comincerebbe a scorrere, "trascinata" a distanza da quella che scorre nel tubo2 (come e quanto dipenderebbe dal flusso nel tubo2, dalle dimensioni e dalle posizioni relative dei due tubi, ecc).
Cosa succederebbe all'acqua nel tubo1 se a questo punto gli avvicinassi un terzo tubo ("tubo3") in cui scorre acqua?
Dipende. Nel nostro universo ipotetico le forze dovute agli effetti "di trascinamento" si sommano (con una somma vettoriale, in cui contano intensità, direzione e verso). Se l'acqua nel tubo3 scorre nella stessa direzione e nello stesso verso in cui scorre quella nel tubo1, entrambi spingerebbero nella stesso senso e quindi il flusso nel tubo1 aumenterebbe.
Se al contrario l'acqua nel tubo3 scorre in verso opposto a quella nel tubo1, la "spinta a distanza" dovuta all'acqua che scorre nel tubo3 andrebbe ad opporsi a quella dovuta all'acqua che scorre nel tubo2. Di conseguenza, il risultato sarà che l'acqua nel tubo1 rallenterà, si fermerà o addirittura invertirà la direzione del suo moto a seconda che la spinta ricevuta dall'acqua nel tubo3 sia minore, uguale o maggiore a quella ricevuta dal tubo2.
Fin qui è tutto chiaro? :ehh
Ora togliamo di mezzo il tubo3 e facciamo l'ipotesi che il tubo1 ed il tubo2 siano entrambi chiusi su sé stessi, a formare due begli anelli tondi (che chiameremo rispettivamente anello1 ed anello2). Nel mezzo dell'anello2 aggiungiamo però una pompa, che fa circolare l'acqua al suo interno.
Anche in questo caso, se l'anello1 è nei paraggi, l'acqua al suo interno verrà trascinata e si metterà in movimento "in simpatia" con quella nell'anello2.
Cosa succederebbe però se ora stendessi diversamente il tubo1 di modo che, anziché un bell'anello tondo, questo venisse a formare un anello completamente "schiacciato", in pratica due linee parallele l'una di fianco all'altra?
E cosa succederebbe se anziché "schiacciare" l'anello1 lasciassi questo tondo e "schiacciassi" l'altro?
E se infine li "schiacciassi" entrambi?
Le risposte... al prossimo post. :pp
Ma ci potete arrivare facilmente anche da soli: rifletteteci un attimo e provate a rispondere voi... ;)