Il settore delle periferiche gaming, forte di un bacino d'utenza  molto esigente, è rimasto forse uno dei pochi a poter investire cifre considerevoli per consolidare ed incrementare i propri risultati, andando a migliorare i prodotti già esistenti e a introdurre sul mercato soluzioni sempre più innovative.

Una delle novità più interessanti presentate sul panorama mondiale è il Peregrine Glove, una periferica di controllo che "assume le sembianze" di un guanto e che è in grado di sostituire la tastiera in alcuni particolari giochi.

Questo particolare dispositivo è nato dalla brillante idea di Brent Baier, un programmatore informatico canadese fresco di laurea che, usando un paio di guanti da golf della Nike ed i 2000 dollari ricevuti come borsa di studio, ha iniziato a condurre esperimenti nel proprio appartamento nell'estate del 2004 ed ha portato a compimento la sua opera soltanto cinque anni più tardi, dopo migliaia di ore di test.

Il Peregrine Glove offre la possibilità di rivoluzionare il modo di interfacciarsi ai giochi, slegando l'utente dai comandi su tastiera e spostando il potere sulla punta delle dita.

Grazie alla presenza di tre zone denominate "Activator Pads" posizionate sulla punta e sulla parte centrale del pollice, oltre che al centro del palmo della mano, e a 18 "Touch Points" distribuiti sulle rimanenti dita, è possibile simulare un comando della tastiera, semplicemente portando a contatto uno dei Touch Points con una delle zone sensibili sopra indicate.

Sia le tre zone sensibili che i diciotto punti di contatto presenti sulle dita sono collegati elettricamente tramite dei filamenti in lega metallica al POD, che è l'unita di controllo del guanto Peregrine e che si occupa di tradurre il contatto in un comando che viene trasmesso al PC.

Il grosso vantaggio di questa periferica, rispetto ad una tastiera tradizionale, è l'estrema velocità e la precisione con cui è possibile impartire i comandi, oltre alla totale assenza di fenomeni come il ghosting e i lag che affliggono di solito le tastiere di non eccelsa qualità.

La combinazione di tre zone sensibili con i 18 punti di contatto, in teoria, permetterebbe di ottenere 54 comandi utili ma, come vedremo più avanti nel corso del focus, il numero di tasti assegnabili risulta inferiore, in quanto non tutte le combinazioni sono realizzabili a causa delle naturali limitazioni dovute alle articolazioni delle dita.

Un altro limite è rappresentato dall'impossibilità di emulare in modo efficace i tast WASD, per cui l'utilizzo sui giochi di tipo FPS, pur essendo possibile, è sconsigliato dallo stesso produttore. 

Il Peregrine Glove si interfaccia al PC tramite un cavo USB che è collegato a sua volta con il POD, mentre per quanto concerne l'assegnazione dei tasti, quest'ultima viene effettuata con un software denominato GloveBox, molto intuitivo e flessibile, che  permette di programmare qualsiasi combinazione di tasti ed assegnarla ai vari Touch Points, in modo completamente trasparente, per l'applicazione che si andrà ad utilizzare.

Un aspetto di fondamentale importanza è costituito dalla sua estrema compatibilità, che viene garantita sia con sistemi Windows, Mac e Linux, rendendolo un prodotto perfettamente fruibile anche per coloro che utilizzano O.S. diversi dai quelli sviluppati da Microsoft.

In questo Focus andremo ad osservare da vicino questa innovativa periferica e ad analizzarne nel dettaglio sia la qualità costruttiva che l'efficienza sul campo.


Dati Tecnici

  • Dimensione: L / M / S
  • Connessione: USB
  • POD con attacco magnetico
  • 18 Touch Points
  • Guanto super resistente e lavabile
  • Azione rapida e senza LAG
  • Compatibilità SO: Windows, Mac e Linux
  • Garanzia: 2 anni sul POD, 6 mesi sul guanto